lunedì 3 giugno 2013

Amare non è viziare


Prendo spunto dal precedente post, continuando sulla linea della comunicazione affettiva.
Amare non è viziare. Io ne sono certa. La fatica è farlo comprendere a tutti coloro che, forti di vederti come genitore alle prime armi, si mettono lì e ti elencano la sequenza di disgrazie che capiteranno a tuo figlio se gli dimostri troppo amore.
Ma come si fa a non dimostrare l'amore? E' come se ci imponessimo di non baciare il nostro compagno o non abbracciare un amico; oppure cominciare a farlo e smettere dopo 5 minuti perché qualcuno lo ha scritto su qualche libro (su questi aspetti torneremo sicuramente in seguito su questo blog), come si farebbe con una ricetta di cucina! E' pura violenza!
Che società è una società che confonde l'amore con il vizio e fa coincidere l'indipendenza con la distanza?
Credo sia importante riflettere su questa domanda.
Probabilmente è una società che ha paura delle emozioni, che separa il corpo dalla mente... ma Cartesio non era già stato smascherato anni or sono dal filone nato dagli studi di Goleman?
Non sarebbe più logico pensare che un bambino amato è un bambino che cresce fidandosi delle sue figure di attaccamento? Se io piango e gli adulti di cui mi fido non accorrono che fiducia posso avere verso il mondo in cui sto imparando a vivere? E' un mondo impossibile!
Conoscere le proprie emozioni, positive o negative che siano, sapere che è possibile comunicarle e che c'è qualcuno pronto ad accogliere, a contenerle se necessario, ad ascoltarle... questo si che rende gli individui davvero indipendenti! Qualche psicologo potrebbe forse confermarmi che è proprio il confondere l'indipendenza con la distanza che crea individui soli, che nella loro vita saranno alla ricerca di quell'amore che le figure genitoriali si sono imposte di non dimostrare loro... e di qui a imbarcarsi in relazioni sentimentali, queste sì, di dipendenza probabilmente il passo è breve...
O forse questa società che costruisce i nostri bisogni ha bisogno (permettetemi il gioco di parole) di individui dipendenti da qualcosa ed è forse per questo che ha così paura di educare ad una sana affettività?

Nessun commento:

Posta un commento